Juve-Milan, gli aspetti positivi del “cammino”

Nel marasma generale proviamo a prendere quel che c’è di buono e portiamo a casa oltre al punto anche un po’ di ottimismo, che è energia vitale.
Statistica Dazn, era dal 1961/62 che la Juve non vinceva nemmeno una delle prime quattro partite di campionato.
Statistiche da parte, è il cammino che ci interessa.

Aspetti Positivi

1) La differenza che salta più all’occhio, già rispetto alla partita con l’Empoli (meno di un mese fa), è la crescita generale della squadra da un punto di vista atletico.
Ritmo nettamente più alto nel primo tempo, ancora sotto invece nel secondo. E ne abbiamo parlato proprio una settimana fa. Si può intervenire e ci sarebbero due strade da percorrere:
a) l’inserimento di Arthur, che ti permette di gestire meglio il pallone e di non correre tutta la partita;
b) crescita generale della squadra sia da un punto di vista fisico, ma soprattutto tattico.
Dopo tanto tempo abbiamo visto un’idea di gioco, e finché le gambe giravano la Juve è stata bella da vedere ed efficace. Contro una squadra forte, rodata, più in forma.
Una mezzala “normale” al posto di Bentancur ieri avrebbe fatto due assist. Rodrigo molto male tecnicamente. Pessimo in rifinitura.
Discorso analogo per Rabiot, buon lavoro, ha eseguito in modo preciso i compiti assegnati, ma da rivedere in fase realizzativa.

Tradotto: uno dei due è di troppo. Mi aspettavo un cambio.

L’upgrade a centrocampo diventa un passaggio necessario, una tappa lungo il percorso. Arthur per Bentancur (con Locatelli mezzala), o McKennie, che resta il giocatore con più gol.
Senza dimenticare un eventuale cambio di assetto, con un’ala al posto di Rabiot.

2) Molto bene l’intesa Morata-Dybala, che in un 352 di possesso si incastrano alla perfezione. Raccordo-profondità.
Con un centrocampo che li sostiene possiamo toglierci delle soddisfazioni. E qui torniamo a McKennie…
Dybala fondamentale nel gioco di Allegri, ma qui l’unica preoccupazione è il sostituto. Kulusevski non può essere l’alternativa. È molto semplice: va bene se il mister ha bisogno di un giocatore con caratteristiche diverse, non va bene se gli serve qualcuno che faccia le stesse cose.
Opinione personale, Dejan non è (ancora) una seconda punta, ma un’ala. Deve avere spazio. Deve avere campo e chilometri da percorrere. Al centro è ingabbiato.

3) Capitolo giovani, sapete come la penso, farei sempre altre scelte, non mi piace per niente che vengano utilizzati come “alibi”.
Ieri nel Milan sono entrati Kalulu 2000 e Maldini 2001, e non credo proprio siano più pronti di Kean e Kulusevski, entrambi 2000. Bennacer e Chiesa, entrambi ’97, non ne parlo nemmeno.

Ma è anche vero che l’allenatore può vederli ogni giorno in allenamento (magari sono indietro) e soprattutto, cosa che ogni tanto ci scordiamo, sono tutti nuovi per il mister. Non li ha mai allenati prima. Una fase di conoscenza reciproca ci può stare. Una fase…

Molto criticato il 433 finale, simmetrico, con Chiesa Kean e Kulusevski davanti, ma per quanto mi riguarda invece è una soluzione ottima. Forse la migliore. Chiaro, bisogna lavorarci. Non basta spostare i giocatori. Il fatto che Allegri abbia pensato a tale strategia è di conforto.

Conclusione: è normale veder tutto nero dopo due punti in quattro partite. Ma come detto all’inizio, è il cammino che va valutato.

Sì, voglio usare una metafora. Per completare il “cammino francese” e giungere alla Cattedrale di Santiago, sono circa 800 i chilometri che i pellegrini devono percorrere: devi superare i Pirenei, sentire il freddo e la fatica; devi attraversare i paesini di provincia, camminare sui sassi, sulla pietra antica, sull’asfalto, sotto al sole cocente che diventa pioggia battente. Dolori al ginocchio, vesciche sotto ai piedi, mali all’anca, sete, fame e tanta voglia di arrivare.

Roncisvalle, Pamplona, L’Alto del Perdon, Grañon, Burgos, Carrion de los Condes, Leon, Astorga, Ponferrada, Ferreiros, Finisterre…

Il cammino parte da Saint-Jean-Pied-de-Port in Francia e arriva a Santiago de Compostela in Galizia. Occorre solitamente poco più di un mese per completarlo. Diciamo 38 giorni…

Ecco, noi siamo solo al 4° giorno di cammino. Nel bel mezzo di un temporale. Sui Pirenei. Tutto nero, non si vede nulla.
A noi la scelta: tornare a casa da sconfitti o continuare a camminare…

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