Perché tu che hai sempre creduto in Paulo Dybala…

21 marzo. Comunicato ufficiale: “Il contratto di Dybala non sarà rinnovato.”

Esattamente in quell’istante, leggendo l’ufficialità, mi sono ripromesso che avrei scritto una dedica, un addio a Paulo Dybala.
Assolutamente nulla di polemico, anzi.
Un saluto, un ciao Paulo.

Ho aspettato. Volevo prendermi tutto il tempo. Volevo prima scoprire in quale squadra sarebbe andato a giocare. Non che la destinazione avrebbe influito in qualche modo. Mi conoscete. Spauracchio Inter? No.
Ho il concorso, devo studiare. Studiare. Non ho la testa, non sono concentrato.
Solo una scusa. Una delle tante che inventerò.

Arriva l’estate, supero il concorso. Abilitato.
Finalmente ho del tempo libero. Posso ritrovare la concentrazione. Non ho scuse. Devo scrivere…

Sto cercando di scrivere questo pezzo, ciao Paulo, da oltre un mese, precisamente dal 21 luglio. Non ci riesco.
Di ritorno da Roma, non ci andavo da 10 anni esatti (ci sono tornato per il concorso, appunto) e proprio in quei giorni, il 20 luglio, Dybala veniva ufficializzato dalla sua nuova squadra…

Sempre in quei giorni, anche Russell Crowe era a Roma, al Colosseo, in vacanza con la famiglia. Il gladiatore, film preferito di Paulo, la Dybala Mask… Non ci credo.

Sto cercando di scrivere questa dedica, dicevo, ma non trovo le parole. Non so cosa dire. Non ho niente da dire.
Addio Paulo. Bene, quindi? Cosa aggiungo?
Passato un mese da Roma, ancora niente. Com’è possibile?

Perché tu che hai sempre creduto in Dybala…

Non ho nulla da dire. Non c’è nulla da dire perché, molto semplicemente, è giusto così.
Va bene così.
Questa storia è perfetta. Cos’altro vuoi aggiungere a una storia che è già perfetta?

Già immagino i vostri commenti mentre leggete questo articolo, un articolo che non dice niente. Storia perfetta?
La finale di Cardiff, i recenti infortuni, la questione del contratto e il procuratore. Quante cose da dire.
E invece no. È perfetta così.
Non esiste perfezione senza imperfezioni.
Errori, sbagli. Dolore, separazione, drammi. Anche questi sono elementi di una grande storia. Non c’è vergogna. È umanità.

Umanità fatta di imperfezioni, debolezze, fragilità. Ed è nell’imperfezione che si diventa umani e quindi perfetti. Come Paulo con la sua storia.

Ok, discorso un po’ intrecciato, filosofico, non sono bravo a spiegarlo. Non importa.
Io la storia di Paulo me la tengo così com’è. Mi piace. Perfetta così. Intrisa di umanità.

Forse qualcosa poteva andare diversamente. La convivenza con Ronaldo ad esempio ci lascia quel senso di “poteva essere e non è stato”.
Con Dusan c’era una connessione, una scintilla, che meritava sicuramente altri capitoli, nuove pagine da scrivere.
Il ritorno del Polpo e altro ancora.
Alcune cose potevano andare diversamente, altre invece sono andate esattamente come dovevano.
Non solo il Barcellona,
la maglia numero 10,
la fascia da Capitano,
l’amicizia con Alex, il rispetto di Alex!

Non solo i 115 gol, come Baggio,
l’omaggio a Platini,
il gol al 93’ contro la Lazio,
il gol all’Inter in piena pandemia
.

Perché non riesco a scrivere questo pezzo allora?
Perché non è possibile. Non puoi aggiungere nulla a una storia perfetta.
Non puoi. Non posso.
Ho capito che non c’è una ragione se non questa.
È esattamente per questo che non riesco a scrivere niente. Nemmeno ora che il tempo ce lo avrei.

Forse non ho ancora metabolizzato. Magari la mia mente mi sta ingannando: Paulo è fuori per infortunio, lo stiamo aspettando tutti. Tornerà.

Ho preso un foglio e ho iniziato a buttar giù le parole così come venivano. Sabato notte, dopo Juve-Roma, la prima da avversari.
Non lo faccio mai, scrivo sempre al computer. Mi trovo meglio e ho una pessima calligrafia.
Stavolta no. Foglio di carta. Non ho schemi. Non seguo una logica, non ho strutture.
Mi sono destrutturato. Mi sono “tolto” la logica di dosso.
Sto parlando a me stesso.
Sto chiedendo a me stesso di lasciar andare questa storia perfetta.
Di staccar-mi, anche a morsi se necessario, una parte di me.

Sì, una parte di me, che avrebbe anche un nome a dirla tutta: Dieci Bianconero. Il blog. Decine di articoli sulla Juve, su Paulo, racconti, emozioni. Emozioni vissute insieme a voi lettori, dopo un gol, vittorie felici, ma anche periodi bui.

Forse non l’ho mai voluto scrivere questo pezzo, e inventavo tutte quelle scuse, perché in fondo mettere tutto per iscritto aiuta a capire, a realizzare. A metabolizzare.
Ed ora che tutto è scritto diventa reale. Addio. Non c’è alcun inganno della mente.

Ciao Paulo.

Puoi leggere il primo articolo su Dybala, cliccando il link sotto:

Perché tu che hai sempre creduto in Dybala hai sempre creduto in Dybala?

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