Ingegnere o Architetto?

Il calcio ogni giorno viene raccontato attraverso le sue tante sfaccettature. Ci sono le componenti tecniche, atletiche, biomeccaniche; il mercato, gli aspetti economici.
Prendiamo gli articoli sulla tattica e parliamo in particolare di due tipologie di articolisti.

I primi

Voglio chiamarli gli ingegneri. Quelli che espongono la questione, i fatti della partita in modo sequenziale. È successo questo, poi questo, poi quest’altro ancora…
Li possiamo definire i nerd del calcio. Gli analisti, che raccolgono immagini-azioni e spiegano passo passo ogni momento.
Ragionano sulle scelte dei singoli giocatori e dell’allenatore. Mosse azzeccate, cambi, errori.
Ragionano su quanto visto durante la partita. Il tangibile del gioco.
Amano le statistiche. Ricercano l’inconfutabile. Per questo, il loro approccio è di tipo matematico-numerico, piuttosto oggettivo, non influenzato da gusti, sentimenti o altro.

I loro articoli a volte possono sembrare un po’ freddi: “Questi sono i fatti, teneteveli. Sono spiegati…”
Tecnologia, pratica, sostanza. La Match Analysis è il loro credo.

I secondi

In contrapposizione agli ingegneri, ci sono gli architetti.
Nerd anche loro, conoscono la tattica allo stesso modo degli ingegneri. Riconoscono regole, teoria, evoluzione.
Gli architetti, però, con i numeri si annoiano. Volevano fare gli artisti…
Non basta che il palazzo sia ben costruito, solido, stabile, antisismico. Deve essere pure bello, emozionante. Deve comunicare qualcosa.
Comunicare.
Deve restare nella mente, nella memoria di chi ha visto. Vissuto. Letto.

Gli articoli scritti da un architetto raccontano una storia più che una partita. Non una semplice sequenza dei fatti, ma una storia senza tempo. Può cominciare dalla fine, tornare all’inizio; camminare in avanti, tornare indietro.
Parlare di tattica, narrando.
Narrare la partita. Una partita dentro la partita, una partita fuori la partita.

Cosa vedono gli architetti?
Vedono il tangibile, ma preferiscono l’astratto. Parlano al presente, ma pensano al futuro.
Non gli importa molto di cosa si è visto, gli interessa cosa si può vedere.
Le immagini-azioni diventano immaginazioni.
Non cercano l’inconfutabile, ma il confronto. La discussione. Il loro approccio non è matematico, ma filosofico.
Personale. Soggettivo.
Meno numeri, più parole. Non più i fatti, ma i pensieri. La filosofia. La teoria.

Ingegneri e Architetti. Componenti della stessa materia. Due volti della tattica, ugualmente importanti e interdipendenti.

Secondo voi, il calcio è più ingegneria o architettura?
E, in quanto lettori, quale delle due tipologie di articoli preferite?

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