Sarri sì, Sarri no!

Perché la Juventus dovrebbe prendere Maurizio Sarri. Perché invece non dovrebbe.

Sarri sì

1) Al primo punto, sicuramente, c’è il discorso relativo al gioco.
Mentalità propositiva, velocità, schemi e automatismi, voglia di condurre e dominare. Tutti elementi che una grande squadra di norma dovrebbe avere. Elementi che hanno portato il Napoli a raggiungere 91 punti in Serie A.
Sarri è bravo a valorizzare i suoi giocatori, soprattutto quelli più tecnici: l’Higuain del Napoli è stato qualcosa di clamoroso. 36 gol in un singolo campionato e record che difficilmente potrà essere battuto. L’anno dopo perso l’argentino viene schierato Mertens come attaccante centrale e i risultati sono di nuovo eccezionali: 28 gol.
Da questo punto di vista Sarri è una garanzia.

2) La voglia di rivalsa.
Anima popolare, figlio di operai, ex calciatore dilettante, ex impiegato; le incomprensioni con De Laurentiis, le parole poco eleganti di Allegri nei suoi confronti, l’eventuale esonero dal Chelsea. Cosa c’è di meglio della Juve per prendersi una bella rivincita su tutto e tutti?

3) L’amore di Maurizio Sarri per questo sport.
«Ho scelto come unico mestiere quello che avrei fatto gratis. Ho giocato, alleno da una vita, non sono qui per caso. Mi chiamano ancora l’ex impiegato. Come fosse una colpa aver fatto altro.»
La tuta, le reazioni a volte esagerate, il drone, il caffè, la sigaretta, il sogno inglese, etc., sono tutte cose che fanno parte di una quotidianità, la quotidianità di un allenatore che vive il calcio con passione, con semplicità, ma anche con grande ambizione. Sarri è innamorato del calcio esattamente come lo siamo noi tifosi. È uno di noi in tutto e per tutto.
E non è un ex grande calciatore che ha avuto la strada spianata verso le migliori panchine. Nessuno gli ha regalato niente. Solo per questo meriterebbe la nostra fiducia.

Sarri no

1) Immagine e comunicazione.
Prendiamo ad esempio il gesto del dito medio nel bus, alcune dichiarazioni contro la Juve e soprattutto i continui alibi per giustificare le sconfitte. Va detto, in sua difesa, che nell’ambiente napoletano non è l’unico ad aver risentito di certe influenze (vedi Ancelotti). Il problema è quando ti ripeti anche al Chelsea, addirittura alla vigilia di una finale di Europa League.
In una società seria come la Juventus tutti gli allenatori devono seguire delle regole, delle linee guida, anche sulla comunicazione e sui comportamenti. Sarri non sembrerebbe il profilo migliore da questo punto di vista.

2) Il passato al Napoli.
Dicevamo dell’immagine e della comunicazione, ma a molti tifosi bianconeri Sarri risulta fortemente antipatico soprattutto per il suo passato. Era già successo con Allegri nel 2014, quando molti contestarono la scelta del presidente Agnelli. Potrebbe accadere di nuovo?
Magari no, ma è altamente probabile che alla prima sconfitta in campionato, o peggio in Europa, vengano a galla tutte le antipatie mai celate nei suoi confronti. Insomma, si rischia di vivere una nuova spaccatura all’interno della tifoseria bianconera: Sarriani e anti-sarriani.
Si salvi chi può.

3) Inesperienza e gestione.
Sarri a grandi livelli ci sta praticamente da tre anni. Nonostante l’età (60) e le ultime stagioni molto buone, è possibile considerarlo ancora un allenatore poco esperto per panchine bollenti come quella della Juventus. Soprattutto dopo 8 scudetti consecutivi e un unico grande obbiettivo ancora da raggiungere: la Champions League. Che dalle nostre parti è pur giunta una mezza ossessione.
Il rischio di rovinare tutto è davvero altissimo. Mai come in questo momento storico la dirigenza della Juve ha responsabilità e pressioni enormi. C’è in ballo la credibilità di Paratici e di Nedved. La soluzione migliore sarebbe un allenatore abituato all’obbligo della vittoria.
C’è poi il discorso relativo alla gestione della rosa. Allenare Ronaldo è diverso da allenare Insigne, con tutto il rispetto. Avere 25 giocatori forti è ben diverso da averne 13 o 14. Ad ogni modo, al Chelsea è sembrato più aperto e meno integralista rispetto al Napoli. Non era facile sopravvivere allo spogliatoio dei blues, lo stesso che ha rigettato due come Mourinho e Conte.

In conclusione: Sarri sì, Sarri no.
Maurizio Sarri può essere un’idea interessante, nell’ottica di una rivoluzione culturale e politica all’interno del mondo Juve. Se si sposasse l’idea di un progetto tecnico che sia duraturo negli anni, anche dopo Sarri con allenatori simili nel modo di intendere il calcio, personalmente sarei molto favorevole. Sarri come preludio a Guardiola o Klopp. Perché no?
È proprio questo il punto: perché non posso puntare direttamente su Guardiola o Klopp? A maggior ragione se mi chiamo Juventus.
Se ci fosse la possibilità di arrivare a uno dei due, già in questa stagione, quanti vorrebbero ancora Sarri?

Sarri forse non è la primissima scelta. Ma è comunque ottima.

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